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      Parleremo di ciò in altri momenti
      , a lui rispose freddamente Gian Giacomo ritraendo la propria mano, poichè gli parve improprio quel calore e quella famigliarità con cui il montanaro s'era espresso: "e appunto affinchè io possa aver agio di favellare con te ogni volta che ne avrò piacimento, tu devi determinarti a rimanere qui meco colla donna e la figlia, e rinunziare alla tua abitazione della rupe. Quella casa che vedi là sulla destra al principiar dell'altura, apparteneva al traditore Filippo Tressano; ora è posseduta da me e trovasi vuota d'abitatori, io te ne faccio un dono; va ad albergarvi con tua famiglia, poichè ho brama decisa che tu non ti discosti mai da Musso se non per mio comando".
      Falco, confuso e sorpreso da quel dono inaspettato, rimase alcuni istanti in forse, mal sapendo se dovesse rendergliene grazie, o apertamente rifiutarlo, poichè non fu invaso che dall'idea, occorsagli troppo tardi un'altra volta, del sacrificio della propria indipendenza e dell'amore del luogo natio, e mentre raccozzava parole di scuse per temporeggiare a decidersi, essendo tutta la comitiva pervenuta in Musso alla porta della zecca, il Castellano troncò a lui sulle labbra ogni detto, pronunciando rivolto a Gabriele: "Tu che devi amar Falco, e so che l'ami più che alcun altro dei nostri, tu ti assumerai la cura di provvedere quanta fia d'uopo per rendere abitabile la casa di Tressano che ho data a lui: fa ch'egli vi trovi tostamente quanto può desiderare per rimanervi comodamente con sua famiglia, e quanto può valere a compensarlo dell'abbandono che lo costringo a fare del suo abituro di Nesso.


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Falco della rupe o la guerra di musso
di Giambattista Bazzoni
Ant. Fort. Stella e figli
1829 pagine 359

   





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