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      Consolato da tali esibizioni e proteste, primo pensiero del Duca fu di trarne profitto per riassumere la guerra contro il Medici: rese grazie al De - Leyva di sue offerte, e gli fece tostamente conoscere il proprio desiderio di riprendere le ostilità contro il ribelle Castellano di Musso onde reintegrare in ogni parte il Ducato. Il duce Spagnuolo ripetè non essere altra brama in lui che di favorire con ogni potere la volontà del Duca, e che tutte le truppe imperiali erano a sua disposizione: lo Sforza volle determinassero tostamente insieme la persona che si doveva porre a capo dell'armata da spedirsi a Como, onde i fatti d'armi riuscissero più efficaci e decisivi di quello che non fossero stati per l'addietro.
      Trovavasi allora in Milano Lodovico Vestarino, capitano rinomatissimo che aveva battagliato a lungo al soldo dei Veneziani e degli Svizzeri, e s'aveva quindi acquistata somma perizia nei combattimenti navali e nelle guerre pei monti: nessun altro parve al Duca ed al De - Leyva più adatto ad aversi il comando dell'esercito destinato ad agire contro Gian Giacomo Medici. Chiamato a Corte ed affidato a lui l'incarico di quella guerra, prese sotto i suoi ordini numerose colonne d'uomini d'armi; ne mandò notizia alla Lega Grisa; e poco dopo la metà di gennaio mosse alla volta di Como. Il governatore Dom Lorenzo Mugnez Pedraria attendeva quivi ansiosamente quei rinforzi, poichè temeva ad ogni istante venisse la città assalita dal Castellano, divenuto per esso tanto più terribile ed odioso da che un'armata spedita contro di lui per espresso volere dell'Imperatore non aveva potuto nè vincerlo nè domarlo.


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Falco della rupe o la guerra di musso
di Giambattista Bazzoni
Ant. Fort. Stella e figli
1829 pagine 359

   





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