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      Non vide egli un ostacolo alla nuova conquista nella povertà del navilio Comasco; pensava che le otto navi che sole rimanevano tuttora, fossero più che sufficienti al parziale trasporto delle truppe, la maggior parte delle quali voleva marciasse per terra, poichè aveva stabilito di evitare colla massima cura ogni scontro navale. Per dare esecuzione al suo disegno, formò de' suoi uomini d'armi tre distinte schiere: ordinò alla prima di prendere i sentieri che alla sponda destra del lago, partendo da Como, passano per Geno, Blevio, riescono a Torno, e di là, or sull'alto dei monti, or rasente il lido, giungono a Nesso, e pervengono sino all'estrema punta di Bellaggio; comandò alla seconda s'avviasse dal lato opposto per la stradicciuola, più che mai alpestre anch'essa e difficile, che tocca Cernobio, Moltrasio, arriva ad Argegno, e progredisce per la Tramezzina; finalmente si pose egli stesso colla terza sulle navi, ove erano state collocate tutte le artiglierie e le necessarie munizioni da guerra e da bocca, veleggiando alla stessa volta delle truppe di terra. Aveva dato avviso contemporaneamente al capitano Acursio che movesse da Monguzzo per l'alta Brianza, si recasse a prendere posizione presso il lago di Lecco, cercando d'impadronirsi dei paesi più prossimi a quella Terra che si trovavano al di qua del lago, ed in ispecial modo di Malgrate che sta ad essa di fronte. Duplice si era lo scopo cui il Vestarino mirava con que' combinati movimenti d'armate: primo, d'avere in qualunque circostanza soccorso ed appoggio nelle truppe che camminavano su ciascuna delle sponde; secondo, di giungere con grosso numero d'uomini in un momento stesso al promontorio di Bellaggio per impossessarsene, potersi quivi fortificare e discendere più agevolmente verso Lecco a congiungersi coll'Acursio, e così assalire da due parti quel Borgo, la cui conquista era d'alta importanza in quella guerra.


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Falco della rupe o la guerra di musso
di Giambattista Bazzoni
Ant. Fort. Stella e figli
1829 pagine 359

   





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