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      Aveva desso pure stabilito che le sue truppe che s'avanzavano sulla riva sinistra del lago, giunte alla punta di Lavedo, dovevano quivi alzare trincee e rimanersi in gran parte per difendere quel passo, proteggere al bisogno la ritirata delle sue navi, e impedire alla flotta nemica d'oltrepassare lo stretto.
      Non rimase però questa seconda spedizione del Vestarino celata al Medici come era avvenuto della prima: il mal successo di quella aveva fatto sì ch'egli aumentò con efficaci mezzi la vigilanza e il numero delle sue spie in Como, per cui appena il Vestarino ebbe date le prime disposizioni pel nuovo piano d'attacco, egli ne ricevette a Musso l'esatta novella, e radunati i suoi Capitani la partecipò loro.
      Questo maladetto Vestarino vuole adunque farci a forza mettere i piedi nella neve? È veramente stanco dello starsi ad abbruciar legna sui focolari di Como? Quanta baldanza perchè glie n'è andata una bene! Ma per la spada di san Michele! s'egli ha risoluto di riscaldarsi al fuoco della nostra polvere, può essere che si scotti la pelle in modo da sentirne il bruciore per lungo tempo
      . Così esclamò con irata voce il Pellicione, acuminandosi i mustacchi all'udire la relazione delle disposizioni guerresche del Vestarino che uno spione venuto da Como andava facendo alla presenza di Gian Giacomo e degli altri Capitani nella sala d'armi del forte più elevato del Castello di Musso.
      Gian Giacomo, che stava assiso in mezzo a loro sovra un seggiolone di cuoio, dopo essere rimasto lungo tempo silenzioso, colle braccia incrocicchiate al petto e gli occhi fissi al suolo in atto d'uomo che va profondamente meditando, scosso al suono della voce, anzichè dal significato delle parole del suo Luogotenente, a cui non sembrò punto prestare alcuna attenzione, alzò su di lui lo sguardo con certa espressione di rimprovero e di dispetto che era prodotto dalla serie de' suoi pensieri, e non già da quella subitanea interruzione, e con tuono d'ironia pronunciò:


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Falco della rupe o la guerra di musso
di Giambattista Bazzoni
Ant. Fort. Stella e figli
1829 pagine 359

   





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