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      È ben vero che Monguzzo si può chiamare una bicocca in paragone de' nostri forti del lago; ma, per la spada di san Michele! comunque sia, non bisogna lasciarsi chiudere in gabbia che il più tardi possibile, e prima di concedere loro di guastare colle artiglierie le nostre mura, dobbiamo mostrare che siamo abituati al freddo al pari di essi, e sappiamo camminar per le nevi e pei ghiacci con maggiore prontezza e facilità di loro
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      Sono anch'io del tuo parere, disse Achille Sarbelloni, perchè rifletto che ci sarebbe di vergogna e di danno il lasciar credere ai nemici che noi non abbiamo il coraggio di assalirli, il che darebbe idea d'una diminuzione notevole delle nostre truppe o della svanita nostra prodezza, e se loro concediamo d'accostarsi ai nostri Castelli, essi metteranno a sacco e distruggeranno ben anco le Terre e le case a cui non possiamo prestare difesa
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      E dove lasciate, aggiunse il capitano Domenico Matto, l'inutilità a cui si ridurrebbe, o piuttosto la distruzione a cui verrebbe condannata la nostra flotta, colla quale più che in qualunque altro modo abbiamo tante volte fiaccato l'orgoglio del Duca e de' suoi alleati, e fatta sventolare vittoriosa la vostra bandiera, o Castellano, per sino al cospetto delle mura di Como? Sì: disponete una guerra aperta e decisa nella maniera che i nemici hanno l'ardire di provocarla, e noi dimostreremo che anche trovandoci in poco numero sappiamo affrontarli dovunque, e li prendiamo a scherno se osano venire al paragone sull'acque
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      Gli altri Capitani che quivi erano adunati in consiglio, o fossero realmente d'avviso conforme agli ultimi tre, o anche tenendo all'opinione del Mandello non osassero ad essi di contraddire (perchè nelle cose ove havvi rischio e periglio, l'opinare per prudenti partiti ha sempre aspetto di pusillanimità e di vigliaccheria) null'altro esposero che il proprio assentimento in brevi parole; per lo che Gian Giacomo, cui riusciva aggradevole quel fervoroso e franco inclinare alla guerra che lo faceva più certo del coraggio e delle disposizioni de' suoi, e ciò che assai gli importava del non avere ad essi recata sinistra impressione le parole a lui inavvedutamente sfuggite, levò alto la testa, guardò alteramente, e alzando l'indice in atto di minaccia, crollando il capo, così s'espresse, accompagnando i detti con fiero sorriso: "Ah Vestarino, Vestarino! tu non hai bene pensato al passo che movesti, e la tua mente affascinata da una stolta vanagloria t'ha fatto scagliare la pietra al leone in riposo, ed il leone si desta: tu non hai calcolata la velocità de' suoi passi, e la forza delle sue mascelle; ascolta il suo ruggito! guai a te se t'aggiunge!


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Falco della rupe o la guerra di musso
di Giambattista Bazzoni
Ant. Fort. Stella e figli
1829 pagine 359

   





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