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      Tu pagherai a caro prezzo la tua temerità! Sì, Capitani, accetto il consiglio del maggior numero di voi: riprenderemo immediatamente le armi; questo è ciò che meglio conviene a uomini nati al combattere come noi siamo. Se col gelo e le nevi escono in campo i Ducali che sono fanciulli a nostro paraggio, che non dobbiamo essere capaci di far noi? Andate, disponete i soldati: darò tosto gli ordini onde sia allestita la flotta e munita di tutto l'occorrente. Domani saprete quali fazioni s'avranno ad intraprendere, e mostrerete ben presto, come il desiderate, all'imprudente comandante nemico chi siamo noi e cosa sappiamo operare".
      Usciti di là i Capitani, chiamate a raccolta ciascuno le proprie squadre, che stavano nelle rocche del Castello e ne' quartieri di Dongo e di Musso, esposero i voleri del Castellano facendo che mettessero in pronto l'armi e gli arnesi per partire al primo annunzio: le navi furono tratte dai cantieri e dal porto, fornite d'ogni cosa necessaria al veleggiare ed al combattere, e caricate d'abbondanti vettovaglie. Il dì seguente cominciò il movimento delle schiere secondo i comandi che venivano dati da Gian Giacomo.
      Siccome egli aveva certezza che i Grigioni non si sarebbero mossi ad assalirlo perchè conosceva l'impraticabilità delle strade del loro paese in quella stagione, e perchè sapeva positivamente che gli uomini della Lega s'erano ritirati ne' loro casolari delle alpi, non fece appostare che piccoli drappelli a guardia de' luoghi eminenti, e lasciò poche soldatesche a Gravedona, a Sorico, e nell'altra parte allo sbocco della Valtellina per trattenere gli Svizzeri in caso di discesa tutto quel tempo necessario ad accorrere egli stesso al riparo.


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Falco della rupe o la guerra di musso
di Giambattista Bazzoni
Ant. Fort. Stella e figli
1829 pagine 359

   





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