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      Questi, benchè inebriato di gioia, sentivasi commosso sino(20) alle lagrime, quando, coll'accento delle tenere e dolorose memorie, ella gli narrava l'ansia dei lunghi giorni trascorsi in aspettarlo, e la perduta speranza del rivedersi. Oh felici! e si rivedevano ed erano dappresso, e non le sole parole, ma l'anima che traspariva per gli occhi, e l'atteggiarsi spontaneo delle persone, l'una ver' l'altra dolcemente inclinate, era ad entrambi certo e prezioso argomento d'amore, che gli appagava con perfetta inesprimibile delizia.
      Venuto il tristissimo verno, Falco era tornato al Castello di Musso quando appunto giunse colà la notizia dei nuovi preparativi di guerra per parte dei nemici e dell'assalto di Monguzzo. Retrocesso colla flotta dall'infruttuosa spedizione fatta a Lecco per accorrere alla difesa di quel Castello, egli accettò con molto contento il comando di recarsi sulla Salvatrice carica di soldati ad impedire al nemico di pervenire a Bellaggio insiememente alle schiere condotte da Gabriele e da Sarbelloni.
      Allo spuntare d'un freddo mattino salparono le navi del Castellano dal porto di Musso: era il lago coperto da una folta nebbia che toglieva ai naviganti ogni distinta vista del legno in fuori su cui ciascuno veleggiava e delle acque per poco spazio dintorno; l'altre navi che solcavano di conserva le onde, si scorgevano in forma offuscata e confusa, e le più lontane non si vedevano affatto. I soldati armati grevemente stavano parte raccolti sul cassero cogli archibugi caricati, parte vicini alle bombarde, silenziosi e disposti al combattere ad ogni cenno che indicasse essere prossimo uno scontro col nemico.


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Falco della rupe o la guerra di musso
di Giambattista Bazzoni
Ant. Fort. Stella e figli
1829 pagine 359

   





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