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      Prendete la via a sinistra, pel calo già fatto nella neve, che andremo a passare il torrente su quel tronco d'albero che ne forma il ponte
      . Così gridò Falco dall'alto, poichè veduti i due giovani sostare in colloquio, credette il facessero per incertezza del cammino che avessero a prendere: e quelli si misero per l'indicata strada sempre sì dolcemente favellando, che tutta quella via dirotta e disagiata per le nevi e i sassi parve ad essi più deliziosa che i fioriti sentieri d'un ridente giardino.
      Tragittato il ponte e fatto gran tratto di cammino per quella valle, costeggiando il fiume Lambro e rimontando verso le sue sorgenti, passarono presso le diroccate mura del Castello di Barni, indi montarono a Magreglio, ove nel casolare d'un povero pastore presero cibo e riposo. Di là per un dirupato sentiero che serpeggiando sul monte s'accosta alla grotta detta la Menaresta, in cui sono le misteriose scaturigini del Lambro, fiume ch'è tutto della bella terra Lombarda, formato dall'acque colà fluenti a brevi intervalli, oltrepassarono la montagna che fiancheggia a ponente il lago di Lecco, e scesi a Vassenna, che era già d'assai inoltrato il giorno, noleggiata una barca, vi salirono, e Falco ordinò ai rematori vogassero alla volta di Musso.
      Seppero navigando da uno de' barcaiuoli che quel mattino stesso sull'alba s'era udito dalla parte di Lecco un gran rumore di spari di bombarde che aveva continuato sin presso al mezzodì, dal che Falco e Gabriele arguirono essere accaduto uno scontro tra Gian Giacomo ed i Ducali, onde chiesero premurosamente se si fossero vedute grosse navi retrocedere di là, e se si fosse parimenti inteso in quel giorno rimbombo d'artiglierie dalla parte di Bellaggio.


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Falco della rupe o la guerra di musso
di Giambattista Bazzoni
Ant. Fort. Stella e figli
1829 pagine 359

   





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