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      Quel mattino della partenza delle navi per la battaglia, appena Falco fu uscito con Gabriele dalla propria casa onde recarsi al Porto del Castello, Rina crudelmente desolata dalle dolorose parole dell'amante, pallida, travolta, s'abbandonò nelle braccia della madre a lei con soffocati e rotti accenti palesando i presentimenti funesti di che le si era mostrato ingombro il giovine guerriero unico oggetto di tutte le sue cure: la madre volle riconsolarla tentando di farle sparire dalla mente ogni sinistra aspettativa; ma siccome ella stessa prestava somma fede agli interni presagi, partecipò a poco a poco, riguardo al marito, ai timori della figlia, che nell'animo suo più debole e pregiudicato presero quasi il carattere d'una spaventevole certezza. Passarono le due donne tutto quel giorno in un'angoscia inesprimibile, la quale non si sminuì che vicino a sera quando Rina, non mai staccatasi dalla finestra verso il lago, chiamò precipitosamente la madre facendole vedere in lontananza due legni della flotta del Castellano che ritornavano a Musso. Si fece più oscuro, e la figlia e la moglie di Falco scorsero palpitando que' due legni passare nelle acque innanzi a loro rapide come due nere nubi spinte, dalla tempesta, ed entrare nel Porto della Fortezza. Rina sentì un moto fatale a quella vista, come se una voce misteriosa le avesse mormorato all'orecchio: là sta il cadavere di Gabriele. Nulla poterono penetrare quella notte intorno all'esito del combattimento; ma quanto non s'accrebbe la loro ambascia il mattino quando seppero la notizia, che si sparse prontamente per tutto, della terribile sconfitta ricevuta dai Mussiani a Mandello?


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Falco della rupe o la guerra di musso
di Giambattista Bazzoni
Ant. Fort. Stella e figli
1829 pagine 359

   





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