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      Apriamo le storie, e vedremo, che le Leggi, che pur sono, o dovrebbon esser patti di uomini liberi, non sono state per lo più che lo stromento delle passioni di alcuni pochi, o nate da una fortuita e passaggiera necessità, non già dettate da un freddo esaminatore della natura [pag. 4] umana, che in un sol punto concentrasse le azioni di una moltitudine di uomini, e le considerasse in questo punto di vista =La massima felicità divisa nel maggior numero= Felici sono quelle pochissime Nazioni, che non aspettarono, che il lento moto delle combinazioni e vicissitudini umane facesse succedere all'estremità de' mali un avviamento al bene, ma ne accelerarono i passaggi intermedi con buone Leggi; e merita la gratitudine degli uomini quel Filosofo, che ebbe il coraggio dall'oscuro e disprezzato suo gabinetto di gettare nella moltitudine i primi semi lungamente infruttuosi delle utili verità.
      Si sono conosciute le vere relazioni fra il Sovrano e i sudditi, e fralle diverse Nazioni; il commercio si è animato all'aspetto delle verità Filosofiche rese comuni colla Stampa, e si è accesa fralle Nazioni una tacita guerra d'industria la più umana, e la più degna di uomini ragionevoli. Questi sono frutti, che si devono alla luce di questo secolo; ma pochissimi hanno esaminata, e combattuta la crudeltà delle pene, e l'irregolarità delle procedure criminali, parte di legislazione così principale e così trascurata in quasi tutta l'Europa; pochissimi rimontando ai principj generali annientarono gli errori accumulati di più secoli, frenando almeno, con quella sola forza, che hanno le verità conosciute, il troppo libero corso della mal diretta potenza, che ha [pag.


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Dei delitti e delle pene
di Cesare Beccaria
1764 pagine 84

   





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