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      Mi basterà indicare i principj più generali, e gli errori più funesti e comuni per disingannare sì quelli, che per un mal inteso amore di libertà vorrebbono introdurre l'Anarchia, come coloro, che amerebbero ridurre gli uomini ad una claustrale regolarità.
      Alcuni delitti distruggono immediatamente la società, o chi la rappresenta: Alcuni offendono la privata sicurezza di un Cittadino nella vita, nei beni, o nell'onore: alcuni altri sono azioni contrarie a ciò, che ciascuno è obbligato dalle Leggi di fare, o non fare, in vista del ben Pubblico. I primi, che sono i massimi delitti, perchè più dannosi, son quelli, che chiamansi di lesa Maestà. La sola tirannia e l'ignoranza, che confondono i vocaboli, e le idee più chiare, possono dar questo nome, e per conseguenza la massima pena, a delitti di differente natura, e rendere così gli uomini, come in mille altre occasioni, vittime di una parola. Ogni delitto, benchè privato, offende la società; ma ogni delitto non ne tenta la immediata distruzione. Le azioni morali, come le fisiche, hanno la loro sfera limitata di attività [pag. 23] e sono diversamente circoscritte, come tutti i movimenti di natura, dal tempo, e dallo spazio; e però la sola cavillosa interpetrazione, che è per l'ordinario la filosofia della schiavitù, può confondere ciò, che dall'eterna verità fu con immutabili rapporti distinto.
      Dopo questi seguono i delitti contrarj alla sicurezza di ciascun particolare. Essendo questo il fine primario di ogni legittima associazione, non può non assegnarsi alla violazione del dritto di sicurezza, acquistato da ogni Cittadino, alcuna delle pene più considerabili stabilita dalle Leggi.


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Dei delitti e delle pene
di Cesare Beccaria
1764 pagine 84

   





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