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      Il minor tempo dev'esser misurato, e dalla necessaria durazione del Processo, e dall'anzianità di chi prima ha un diritto di esser giudicato. La strettezza della carcere non può essere, che la necessaria, o per impedire la fuga, o per non occultare le prove dei delitti. Il Processo medesimo dev'essere finito nel più breve tempo possibile. Qual più crudele contrasto, che [pag. 45] l'indolenza di un Giudice, e le angosce d'un reo? I comodi, e i piaceri di un insensibile Magistrato da una parte, e dall'altra le lagrime, lo squallore d'un prigioniero? In generale il peso della pena, e la conseguenza di un delitto, dev'essere la più efficace per gli altri, e la meno dura, che sia possibile per chi la soffre; perchè non si può chiamare legittima società quella dove non sia principio infallibile, che gli uomini si sian voluti assoggettare ai minori mali possibili.
      Ho detto, che la prontezza delle pene è più utile, perchè quanto è minore la distanza del tempo, che passa tra la pena, ed il misfatto, tanto è più forte e più durevole nell'animo umano l'associazione di queste due idee, delitto, e pena, talchè insensibilmente si considerano uno come cagione, e l'altra come effetto necessario immancabile. Egli è dimostrato, che l'unione delle idee è il cemento, che forma tutta la fabbrica dell'intelletto umano, senza di cui il piacere, ed il dolore sarebbero sentimenti isolati, e di nissun effetto: Quanto più gli uomini si allontanano dalle idee generali, e dai principj universali, cioè quanto più sono volgari, tanto più agiscono per le immediate e più vicine associazioni, trascurando le più remote, e complicate, che non servono, che agli uomini fortemente appassionati per [pag.


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Dei delitti e delle pene
di Cesare Beccaria
1764 pagine 84

   





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