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      Tali contrasti fanno, che gli uomini si sdegnino a seguire la virtù, che trovano inviluppata, e confusa, e in quella lontananza, che nasce dall'oscurità degli oggetti sì fisici, che morali. Quante volte un uomo, rivolgendosi alle sue azioni passate, resta attonito di trovarsi malonesto! A misura, che la Società si moltiplica, ciascun membro diviene più piccola parte del tutto, e il sentimento repubblicano si sminuisce proporzionalmente, se cura non è delle Leggi di rinforzarlo. Le Società hanno come i corpi umani i loro limiti circonscritti, al di là de' quali [pag. 57] crescendo, l'economia ne è necessariamente disturbata. Sembra, che la massa di uno stato debba essere in ragione inversa della sensibilità di chi lo compone, altrimenti crescendo l'una, e l'altra, le buone Leggi troverebbero nel prevenire i delitti un ostacolo nel bene medesimo, che hanno prodotto. Una Repubblica troppo vasta non si salva dal dispotismo, che col sottodividersi, e unirsi in tante Repubbliche federative. Ma come ottener questo? Da un dittatore dispotico, che abbia il coraggio di Silla, e tanto genio d'edificare, quant'egli n'ebbe per distruggere. Un tal uomo, se sarà ambizioso, la gloria di tutt'i secoli lo aspetta, se sarà filosofo, le benedizioni de' suoi Cittadini lo consoleranno della perdita dell'autorità, quando pure non divenisse indifferente alla loro ingratitudine. A misura, che i sentimenti, che ci uniscono alla Nazione, s'indeboliscono, si rinforzano i sentimenti per gli oggetti, che ci circondano, e però sotto il dispotismo più forte le amicizie sono più durevoli, e le virtù sempre mediocri di famiglia, sono le più comuni, o piuttosto le sole.


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Dei delitti e delle pene
di Cesare Beccaria
1764 pagine 84

   





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