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      Giunto che si sia a questo estremo, non si troverebbe a' delitti più dannosi, e più atroci, pena maggiore corrispondente, come sarebbe d'uopo per prevenirli. L'altra conseguenza è, che la impunità stessa nasce dall'atrocità dei supplicj. Gli uomini sono racchiusi fra certi limiti sì nel bene, che nel male; ed uno spettacolo troppo atroce per l'umanità, non può essere, che un passeggiero furore, ma non mai un sistema costante, quali debbono essere le Leggi; che se veramente son crudeli, o si cangiano, o l'impunità fatale nasce dalle Leggi medesime.
      Chi nel leggere le storie non si raccapriccia d'orrore per i barbari ed inutili tormenti, che da uomini, che si chiamavano Savj, furono con freddo animo inventati ed eseguiti? Chi può non sentirsi fremere tutta la parte la più sensibile, nel vedere migliaia d'infelici, che la miseria, o voluta, o tollerata dalle Leggi, che hanno sempre favorito i pochi ed oltraggiato i molti, trasse ad un disperato ritorno nel primo stato di natura, o accusati di delitti [pag. 61] impossibili, e fabbricati dalla timida ignoranza, o rei non d'altro, che di esser fedeli ai proprj principj, da uomini dotati dei medesimi sensi, e per conseguenza delle medesime passioni, con meditate formalità, e con lente torture lacerati, giocondo spettacolo di una fanatica moltitudine?
      Della Pena di Morte
      Questa inutile prodigalità di supplicj, che non ha mai resi migliori gli uomini, mi ha spinto ad esaminare se la Morte sia veramente utile, e giusta, in un Governo bene organizzato.


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Dei delitti e delle pene
di Cesare Beccaria
1764 pagine 84

   





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