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      Un tal bisogno sembra, per chi conosce la storia, e l'uomo, sempre uguale nel medesimo clima ad una quantità [pag. 79] costante. Se ciò fosse vero, inutili, anzi perniciose sarebbero quelle Leggi, e quei costumi, che cercassero diminuirne la somma totale, perchè il loro effetto sarebbe di caricare una parte dei proprj, e degli altrui bisogni; ma sagge per lo contrario sarebbero quelle, che per dir così, seguendo la facile inclinazione del piano, ne dividessero, e diramassero la somma in tante eguali, e piccole porzioni, che impedissero uniformemente in ogni parte e l'aridità, e l'allagamento. La fedeltà coniugale è sempre proporzionata al numero, ed alla libertà de' matrimoni. Dove la politica li combina, dove la tirannia li lega, e li scioglie, ivi la galanteria ne rompe secretamente i legami ad onta della morale volgare, il di cui officio è di declamare contro gli effetti, perdonando alle cagioni. Ma non vi è bisogno di tali riflessioni per chi vivendo nella vera religione, ha più sublimi motivi, che correggono la forza degli effetti naturali. L'azione di un tal delitto è così instantanea, e misteriosa, così coperta da quel velo medesimo, che le Leggi hanno posto, velo necessario, ma fragile, e che aumenta il pregio della cosa, in vece di scemarlo; le occasioni così facili; le conseguenze così equivoche, che è più in mano del Legislatore il prevenirlo, che correggerlo. Regola generale: In ogni delitto, che per sua natura dev'essere il più delle volte [pag. 80] impunito, la pena diviene un incentivo.


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Dei delitti e delle pene
di Cesare Beccaria
1764 pagine 84

   





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