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      Chiunque ha un'anima sensibile, gettando uno sguardo su di un codice di Leggi ben fatte, e trovando di non aver perduto, che la funesta libertà di far male altrui, sarà costretto a benedire il Trono, e chi lo occupaNon è vero, che le scienze sian sempre dannose all'umanità, e quando lo furono era un male inevitabile agli uomini. La moltiplicazione dell'uman genere sulla faccia della terra introdusse la guerra, le arti più rozze, le prime Leggi, che erano patti momentanei, che nascevano colla necessità, e con essa perivano. Questa fu la prima filosofia degli uomini, i di cui pochi elementi erano giusti, perchè la loro indolenza, e poca sagacità gli preservava dall'errore. Ma i bisogni si moltiplicavano sempre più col moltiplicarsi degli uomini. Erano dunque necessarie impressioni più forti, e più durevoli, che gli distogliessero dai replicati ritorni nel primo [pag. 99] stato d'insociabilità, che si rendeva sempre più funesto. Fecero dunque un gran bene all'umanità quei primi errori, che popolarono la terra di false divinità (dico gran bene Politico), e che crearono un universo invisibile regolatore del nostro. Furono benefattori degli uomini quelli, che osarono sorprenderli, e strascinarono agli altari la docile ignoranza. Presentando loro oggetti posti di là dai sensi, che loro fuggivan davanti a misura, che credean raggiungerli, non mai disprezzati, perchè non mai ben conosciuti, riunirono e condensarono le divise passioni in un solo oggetto, che fortemente gli occupava. Queste furono le prime vicende di tutte le Nazioni; che si formarono da popoli selvaggi; questa fu l'epoca della formazione delle grandi Società, e tale ne fu il vincolo necessario, e forse unico.


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Dei delitti e delle pene
di Cesare Beccaria
1764 pagine 84

   





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