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      Ne era eccellente la scelta, ma perchè creare un tal ministero, quando tutta l'amministrazione era ancora nel caos? Tutti gli studenti e gli stessi seminaristi, avevano prese le armi, e s'eran portati al campo o sulle montagne: il bisogno quindi di una pronta riforma negli studi era intempestivo. Checchè ne sia, il ministero della guerra, e di pubblica istruzione furono i soli organizzati.
      Da quanto io dissi della formazione del governo provvisorio si può di leggieri comprendere il perchè egli tanto si affaticò a reprimere lo slancio del popolo, e sortire dalla crisi rivoluzionaria. La storia di questo bastardo governo, mezzo repubblicano, mezzo monarchico, racchiude soltanto un seguito di mutue concessioni scambiate fra i suoi membri, che non erano uniti pel sentire, nè sostenuti da un sol principio. Per rendersi più tranquilla la vita il governo provvisorio ebbe ricorso al sublime sistema d'imparzialità: così la Lombardia ebbe un potere, che non era nè monarchico, nè repubblicano. A chi faceva intendere non poter sussistere un governo a meno che non fosse o monarchico, o repubblicano, rispondevano: esser dessi soltanto provvisorî: il popolo non aver manifestato la sua volontà: restando neutrali voler schivare ogni influenza, onde libera fosse nella sua scelta la nazione. Questa neutralità altro non era che il caos. I monarchici, ubbidienti alle insinuazioni di Carlo Alberto, si sforzavano non solo di guadagnare la maggioranza dei lombardi, ma ancora di spegnere nel petto dei loro fratelli ogni patriotico ardore, ogni scintilla democratica, di modellarli alla foggia di Torino, onde Carlo Alberto con magnanimo sforzo ammettendoli fra il numero dei fedelissimi ed amati suoi sudditi, nulla avesse a temere per conto delle loro tendenze, nè dei loro principi.


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L'Italia e la rivoluzione italiana
di Cristina di Belgioioso
Remo Sandron
1904 pagine 169

   





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