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      Un aiuto da un Gran-Duca di Toscana principe di casa d'Austria: da un Papa, fosse pur Pio IX: da un Borbone di Napoli - era assurdo sperarlo: nessun di loro avrebbe giammai sovranamente appoggiata la cacciata dell'Austria dall'Italia settentrionale portando soccorso all'insorta Milano. L'appello che il Governo Provvisorio di Milano ne' suoi primordi agli altri stati d'Italia faceva, esortandoli a prender parte alle fatiche ed ai pericoli della guerra, era semplice atto di convenienza, privo di senso se ai re, ottimo se ai popoli si indirizzava.
      La compresero i popoli questa chiamata: il solo contingente della Romagna basta a provare quanto aspettar si dovesse dal generoso slancio dei nostri fratelli. La storia di questa forza al generale Durando affidata è episodio, che di troppo chiarisce quella della guerra dell'Indipendenza, perchè noi possiamo ommettere di parlarne. Servirà ad appoggio de' nostri asserti.
      La Romagna, fu la prima a formare un'armata che venir doveva a nostro soccorso: lo volle il popolo romano; il generale Durando ne fu eletto a condottiero: la sua marcia era per Venezia. Il contingente, che Roma mandava all'armata d'Italia, forte di 14 mila uomini, di molte legioni di Guardia Nazionale, di qualche truppa di linea, e 7 mila svizzeri si componeva.
      Si vide in sicurezza l'Italia alla nuova, che il generale Durando era alla testa dell'armata romana. Durando aveva abbandonato già da più anni il Piemonte, quando un Italiano non avrebbe potuto rimanervi, che a prezzo del proprio onore.


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L'Italia e la rivoluzione italiana
di Cristina di Belgioioso
Remo Sandron
1904 pagine 169

   





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