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      Questo dichiaro a sollievo del mio cuore, ed a persuadere il generale, e tutti coloro, dei quali avessi a parlare con qualche severitą, che le mie parole non sono dettate da collera; nč per sfavorevole prevenzione potrei giammai far pesare su di loro tutta la responsabilitą di nostre sciagure. Giustificare il mio paese: metter in luce i veri colpevoli: rimovere dall'innocente i torti, di che si brutta: questo č il mio volere, il mio desiderio. Se l'Europa intera ammira i generosi sforzi degl'Italiani nel corso di questi quattro mesi, e del Veneto e Lombardia in special modo, ben se'l meritarono quei popoli, che ora portano la pena dei falli dei loro capi. Basta pure che soffra l'Italia negli interessi, nella indipendenza, nella libertą, nella vita, senza che per altrui cagione n'abbia a soffrire anco il suo onore.
      Narrando i fatti d'arme del contingente romano, abbiamo visto quanto fu strana la strategica arte del generale Durando. Mostrando ora qual sorte s'ebbero gli altri corpi ausiliari, continuerņ a giustificare l'Italia, i cui popoli nulla lasciarono intentato per avere la loro parte nei perigli della guerra(10). Il convincersene facile.
      Vennero da Toscana cinque o sei mila volontari, parte di questi si mandarono a bloccar Mantova. Il barbaro trattamento, e la tirannica negligenza usata con questi infelici io stessa non avrei creduto: ma lo scritto di uno dei loro capi me ne convinse. Si appostarono dalla parte dei paduli che accerchian Mantova: e in quella posizione tanto mortifera si lasciarono dimenticati per una settimana intera.


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L'Italia e la rivoluzione italiana
di Cristina di Belgioioso
Remo Sandron
1904 pagine 169

   





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