Pagina (46/169)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Se egli sente quanto valga, se aspira ad occupare in patria un posto degno delle sue nobili doti, un raffinato talento, una certa non curanza, e pigrizia a lui naturali, lo distolgono dall'approfittare avidamente e senza scrupolo d'ogni occasione che lui si presenti. Cattaneo sa nascondersi, quando veda la sua presenza poter nuocere a se o ad altri. Sin che il dominio austriaco durò, ritirato ei visse: non gli permetteva la sua dignità mostrarsi che alla testa dell'opposizione, ne' suoi aderenti poco fidava. Dopo il 22 marzo presidente per qualche giorno del comitato di guerra, ben si avvide, che i suoi colleghi non avrien tardato a movergli guerra, e che le sue opinioni avrieno ad ogni momento potuto urtare delle implacabili suscettibilità in quei membri di quel governo provvisorio. Gli affari abbandonò, ad ogni polemica rinunciò(11): il comitato di guerra fu sciolto. D'allora in poi si propose di non provocare, non solo, ma ancora di rifiutarsi a qualunque politica discussione sin tanto che la guerra durasse. Nessun giornale puossi infatti vantare d'averlo avuto a collaboratore, nessun circolo a socio. Quando ei seppe, che il governo ed il popolo attribuivano a lui discorsi e scritti sediziosi, si chiuse in casa, dove non riceveva che ristrettissimo numero d'intimi amici. I repubblicani federalisti non scesero mai nell'arringo delle politiche discussioni.
      Quanto io dissi dei repubblicani federalisti ed unitari e del loro contegno, è prova bastante che il governo provvisorio non può di certo attribuire a lor mene la difficile posizione, in che si trovava; dell'imbarazzo che provò, deve egli cercarne in sè stesso le cause; è sua la colpa - io lo posi abbastanza in chiaro.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

L'Italia e la rivoluzione italiana
di Cristina di Belgioioso
Remo Sandron
1904 pagine 169

   





Cattaneo