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      Ben lo si vede, qui non si trattava di scelta fra repubblica e Carlo Alberto: Carlo Alberto, come inevitabile si presentava: se si volesse darsi a lui al momento, od a guerra finita, sol libero il dichiarare. Di tal modo il governo provvisorio dava un ordine - non dimandava uno schiarimento. «Al popolo si parlava dell'imbarazzo del governo provvisorio: esauste le finanze si dicevano: organizzare un'armata impossibile: esser necessario dimandar nuovi sacrifici, che nessuno potè sostenere, nè basteranno. Che sarà di noi se ci abbandona l'armata piemontese? l'Austriaco sarà di nuovo alle nostre porte: se voi a Carlo Alberto vi date, sarà dimesso il governo provvisorio: le vostre finanze ora esauste, saran pur fuse a quelle di Savoia, ricche e ben provviste: saggi amministratori ne avran la cura: l'armata piemontese sarà pur la vostra: le vostre reclute fuse colle file piemontesi avranno scuola ed ottimi officiali a guidarle: il Piemonte è Stato forte, e ben costituito: solo unendovi a lui potreste scappar di mano a questo governo provvisorio, che da due mesi e più vi mena, di angustia in angustia a certa ruina.»
      Pochissimi furono i nomi della sinistra: s'aveva tocca la popolazione nel più vivo di sua suscettibilità; il malcontento cresceva. Quelli che desideravano aver repubblica, e sottometter non si volevano, se non alla volontà della nazione da lei liberamente espressa, non senza ragione si lagnavano, schivar si volesse una importante quistione, quasichè fosse risolta. Quanto poi ai più avveduti partigiani della monarchia costituzionale, saggio consiglio non giudicavano questo diffidare del libero consiglio dei Lombardi.


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L'Italia e la rivoluzione italiana
di Cristina di Belgioioso
Remo Sandron
1904 pagine 169

   





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