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      Bisognava pure ammetterlo, per quanto impossibile a noi sembrasse. Dirigendomi verso Porta Romana vidi io stessa la gente fuggire le bombe nemiche abbandonando i lavori delle barricate. Corsi al comitato di difesa: quei membri in tutta pace a redigere ordini del giorno attendevano: alla gravitą del pericolo, che loro imminente dipinsi, non volevano credere. E come prestarvi fede, se si sapeva l'armata Piemontese fuori delle nostre mura? Non vi fu dubbio: il popolo stesso accorse. Come conobbe il pericolo, la guardia nazionale venne in massa lą, dove il nemico cominciava a bombardare: lo attacca: lo respinge: l'incalza, prende cinque cannoni, e fa 200 prigioni: lo costringe a ritirarsi tre miglia indietro: le campane suonano a stormo: chiamansi i cittadini allarmi ed al soccorso. Le larghe pietre delle nostre strade si levano: sorgono come per incanto le barricate, carrozze, carri, mobili, tutto si adopra: in certi luoghi si scavarono delle mine. Milano sembrava un ammasso di pietre e di proiettili: una foresta di piccole cittą, di forti, di ridotti, che intimorito avrieno il pił coraggioso dei soldati.(21)
      Le guardie nazionali rientravano a notte, aveano veduto l'inimico: s'eran misurate con esso: ne aveano sostenuto il fuoco: egli avea dovuto ritirarsi. Ottenuto questo primo successo, l'esaltazione divenne fanatismo: per l'indomani un nuovo attacco vi si riprometteva, dove l'austriaco avrebbe spiegate tutte le sue forze.
      Scorreva lenta la notte del 4 al 5; la guardia nazionale vegliņ sui bastioni, il popolo, alle barricate: la cittą fu illuminata.


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L'Italia e la rivoluzione italiana
di Cristina di Belgioioso
Remo Sandron
1904 pagine 169

   





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