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      Qualunque potesse esser il timore di Carlo Alberto per le tendenze democratiche della Lombardia, è forse più verosimile, che egli abbia voluto tradire i milanesi, anzicchè abbattere e distruggere questi disegni, che sì forte lo inquietavano? Non fa d'uopo aver coraggio per tentare un tradimento? ed i pericoli, ai quali si espone il traditore, non sono i più gravi? se il re di Piemonte non rimandò i suoi generali, se non tracciava piani più energici, più arditi - ne è cagione il suo carattere irresoluto, e debole: se egli segnò la capitolazione son da accusarne coloro, che sotto sì nere tinte gli dipingevano quel popolo, che ei non credeva pronto alla pugna: egli non aveva confidenza negli sforzi dei cittadini: temeva per la città, la rabbia d'un vincitore feroce, d'una sfrenata soldatesca: ei paventava la licenza croata in un paese preso d'assalto. Pongono in campo i partitanti di Carlo Alberto altri argomenti ancora, ai quali non è facile il rispondere: la rabbia austriaca contro Carlo Alberto: l'Austria non voler giammai cedere a Carlo Alberto, neanco un pollice di quel terreno, che, conquistato, lasciava per una singolare interpretazione data alla parola armistizio.
      Chi solleverà il denso velo, che copre questi fatti? chi pronunciar vorrà l'inappellabile sentenza sui principali autori di quelle luttuosissime scene, se innocenti, o rei? Io credo non esserne il momento: non è ancor finito il processo: le parti interessate stanno ancor sul teatro della guerra: non siamo ancora all'ultimo atto del dramma, non possiamo saperne lo sviluppo per ora non possiamo nè accusare, nè difendere.


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L'Italia e la rivoluzione italiana
di Cristina di Belgioioso
Remo Sandron
1904 pagine 169

   





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