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      Mentre poi il Comitato pensava all'approvvigionamento dell'oggi non trascurava di assicurarsi che i viveri non avessero a mancare per lo avanti. Dalle verificazioni fatte risultò che per l'approvvigionamento tanto dell'esercito quanto della città, v'erano farine per otto giorni e che per altri quindici giorni vi erano generi in natura e bestiami(28). Questo è quanto bastava a rendere perfettamente tranquilli, perchè con un esercito di più di quarantamila uomini a difesa della città, non era possibile di non aver libera qualche porta per foraggiare nella vicina pinguissima campagna e così accrescere gli approvvigionamenti già accumulati per tre settimane; - nè era del resto a supporsi che per un più lungo periodo avesse a protrarsi la situazione delle cose militariLa più grave difficoltà si presentava per l'apprestamento delle farine, delle quali però già n'esistevano, come si disse, per otto giorni. Nell'interno della città vi sono alcuni mulini che però non sarebbero bastati a macinare la sufficiente quantità di farine. Questo servizio veniva fatto dai molti mulini posti fuori della città, e per la maggior parte compresi nel raggio del campo trincerato, dove era accampato l'esercito italiano. Ai primi allarmi destati dal cannone austriaco che si avvicinava, varj lavoranti mugnai di quei mulini lasciarono il loro posto ed alcuni carrettieri si rifiutavano a tradurre in città le farine. Ora a togliere questi inconvenienti il Comitato (che già il giorno 3 agosto aveva spedito ordini urgenti ai capiposti della guardia nazionale, stanziata alle porte della città, affinchè prestasse la più efficace assistenza per il trasporto delle farine dai mulini esterni nella città dove esistevano i forni militari) pregò il Commissario militare signor generale Oliveri a voler compartire le disposizioni occorrenti, perchè fossero presidiati i mulini che stavano nel perimetro del campo trincerato.


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L'Italia e la rivoluzione italiana
di Cristina di Belgioioso
Remo Sandron
1904 pagine 169

   





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