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      Ad onta di tutto questo, il Comitato di Pubblica Difesa volle abbondare in cautela, e con decreto del giorno 3 agosto ordinò la requisizione di venticinquemila moggia di grano e riso(29) perchè servissero di scorta in qualunque evento per l'esercito e pei cittadini.
      Eppure si vedrà più avanti che la mancanza di viveri fu addotta a pretesto della capitolazione!
      Se non che, prima di abbandonare l'argomento dell'approvvigionamento dell'esercito, è necessario di notare un fatto universalmente riconosciuto, il fatto cioè che la Intendenza generale dell'esercito ha mancato o per ignoranza o per colpa al suo incarico.
      Il soldato era bensì ben nudrito, come il ministro Franzini ebbe a dichiarare avanti alle camere di Torino, ma per procurargli un tale nutrimento si dovettero fare immensi sacrifizii e si dovette incontrare una spesa doppia di quella che sarebbe occorsa se ben sistemata fosse stata l'intendenza generale dell'esercito.
      Calcolando che dal 15 aprile al 15 luglio l'armata piemontese ascendesse a 60,000 nomini e 6000 cavalli; tenuto per base il prezzo di fornitura di cent. 95 per ogni razione di viveri e lire 2. 30 per ogni razione di foraggio, la spesa avrebbe dovuto essere di fr. 2,372,000. Ma ad una somma più che doppia ascende il valore delle somministrazioni effettivamente consegnate ai magazzini dell'esercito, ponendo a calcolo quanto fu liquidato a favore della ditta De Santi e le somministrazioni fatte dalle città e comuni che dovettero supplire all'imprevidenza dei generali e della Intendenza, che non designavano opportunamente i luoghi dove fissare i magazzini distributori.


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L'Italia e la rivoluzione italiana
di Cristina di Belgioioso
Remo Sandron
1904 pagine 169

   





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