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      Giova qui riferire un fatto il quale, benchè accaduto dopo i tempi di cui parlo, può tuttavia essere contemplato nell'enumerazione delle accuse fatte al vicerè. Offese questi sconsigliatamente il generale Pino, affidandogli un poco rilevante comando in una delle città della Romagna; e questa mortificazione del Pino fu, se non una delle cause, uno almeno dei pretesti della defezione di lui, della quale mi toccherà parlare in appresso. Basti qui avvertire che l'accordo fatto tra Murat e Pino non rimase a lungo occulto al generale Zucchi, che ne venne in cognizione per una lettera del re di Napoli al Pino, cadutagli nelle mani, dalla quale evidentemente appariva il tradimento di quest'ultimo.
      L'involontario ribrezzo che ogni uomo onorato prova a bella prima contro una delazione qualsiasi, un sentimento forse di amicizia per un antico commilitone, la vergogna fors'anche di svelare il tradimento di un concittadino, congiunti probabilmente ad altri motivi ch'io ignoro, trattennero il generale Zucchi dal recare al vicerè la lettera venutagli in mano. Correva allora la metà di febbraio, e il principe Eugenio, aggiugnendo alla passata una nuova imprudenza, lasciava intanto il generale Pino senza ufficio e bisogna in Milano, dicendo aspettare buona occasione per valersi del senno di quel generale. Il carteggio di quell'anno tra il vicerè e il Pino, ben mostra da quale insaziabile cupidigia fosse roso quest'ultimo; perocchè, sebbene avesse un salario di 145,000 franchi all'anno, non cessava perciò dal chiedere continuamente danaro, e dal lagnarsi della misera condizione in cui diceva essere.


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Studi intorno alla storia della Lombardia negli ultimi trent'anni e delle cagioni del difetto d'energia dei lombardi
di Cristina di Belgioioso
1847 pagine 218

   





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