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      Quanto è al credere, com'egli dice, che la sola fatalità l'abbia condotto in quel giorno per le vie di Milano, la è cosa quasi impossibile. La protesta contro il senato era in gran parte opera sua, ed egli l'avea presentata qua e là a ciascuno de' suoi amici acciò la sottoscrivessero. Ei vi manifestava un invincibile mal fidanza verso il senato e i deputati da esso inviati; ed anzi vi proponeva di surrogare al senato i collegi elettorali, il che era lo stesso che atterrare il senato. Ben sapea egli che la sua protesta doveva esser discussa e dibattuta dai senatori; or crederemo noi ch'ei si trovasse a caso alla porta del senato, dov'ei poteva agevolmente conoscere l'esito della protesta medesima. Il popolo che attorniava il palazzo, e che poco poi lo invase, domandava per l'appunto le cose enunziate nella protesta; e il conte Confalonieri si fece poi ben tosto, come diremo, l'interprete del popolo stesso presso il senato. Dovremo noi credere che la protesta scritta e la protesta fatta con alte grida e col corredo di minacce e d'ingiurie siensi trovate concordi d'incanto, e sempre a caso? Chi potrà mettere in dubbio che queste popolari dimostrazioni non fossero state predisposte dagli autori medesimi della protesta?
      Io, per me, desidero di non trovar colpevole alcuno de' miei fratelli di patria, e sono altronde pronto sempre ad ammettere che quelli altresì le cui azioni meritano il più acerbo biasimo, non sieno stati traviati se non dalla rettitudine medesima delle loro intenzioni.


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Studi intorno alla storia della Lombardia negli ultimi trent'anni e delle cagioni del difetto d'energia dei lombardi
di Cristina di Belgioioso
1847 pagine 218

   





Milano Confalonieri