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      Lo gettarono a terra, lo trascinarono presso una finestra che dava sulla strada, e lo gettarono a capo in gių a quelli che lo aspettavan di fuori, ponendo cura tuttavia di non finirlo sul colpo.
      La scena che tenne dietro č una di quelle che lasciano un'indelebile traccia nella storia della nazione che se n'č fatta colpevole. Il generale di divisione barone Pein fu il solo che, animosamente scagliatosi frammezzo a quella frenetica calca, scongiurolla di non bruttarsi d'un inutile delitto e di lasciare la vita al ministro. Non solo non gli si dič retta, ma rivoltosi per un istante contro di lui il furore popolare, gli furono lacerati o strappati gli abiti di dosso, e solo a grave stento ei potč scampar dal pericolo. Ho detto che le truppe erano chiuse ne' loro quartieri con ordine di non uscirne. Il generale Pino passeggiō per pių ore col conte Luigi Porro poco stante dal luogo in cui commetteasi il pių feroce degli assassinii. Ei disse alcune parole alla moltitudine, che, secondo gli uni, tendevano ad inanimirla, e, per quanto disse egli stesso, non erano, all'incontro, che rimostranze e consigli pacifici. Le vie per le quali il Prina fu strascinato erano gremite d'uomini in buon assetto, che si riparavano dalla pioggia con ombrelli di seta. Ma niuno di costoro fecesi innanzi nč a fine di ammansar con parole il furor popolare, nč a fine di strappargli di mano a forza la vittima.
      Affranto dalla caduta e dai colpi che gli fioccavano addosso da ogni parte, il Prina giacea steso a terra nella via del Marino, dinanzi al suo proprio palazzo.


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Studi intorno alla storia della Lombardia negli ultimi trent'anni e delle cagioni del difetto d'energia dei lombardi
di Cristina di Belgioioso
1847 pagine 218

   





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