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      Non appena fu essa però edotta dell'appressarsi della truppa, che si disciolse, gettando grida meno spaventose, ma non meno significative delle prime, e quello fra altre: Viva il re Pino. Non si tralasciò di dire che, se la calca così subitaneamente si disciolse alla notizia dell'arrivo dei soldati, ciò avvenne perchè la sua sete di vendetta era saziata, e che più difficile compito sarebbe stato il ridurla al dovere quando il Prina tuttora vivea. Ma un fatterello atterra del tutto questa opinione. Intanto che la moltitudine era tuttora inferocita contro la sua preda, e che il palazzo delle finanze era saccheggiato e demolito, coloro che stavano nella strada scorsero un pezzo di grondaia, che, distaccato dal tetto, pendea sulla strada; parve loro che fosse un cannone, e gridarono esservi nel palazzo artiglieria e doversi far fuoco sopra di loro. Questo falso e ridicolo all'erta bastò pure a volgere in fuga un grandissimo numero di quegli assassini e di quei saccomanni; ma essendosi troppo presto riconosciuta la verità, gli uni e gli altri incontanente si riposero all'opera.
      Una parola dobbiam dire ancora del conte Prina. La plebaglia, che spianò quasi affatto il palazzo di lui per la speranza di trovarvi tesori nascosti, non vi trovò altro che la mobiglia ond'è fornita ogni casa abitata. Quanto è al suo patrimonio, è cosa costante oramai che egli non ne avea, e che la sua famiglia alla morte di lui nulla eredò.
      Ora qual esser dovea il destino di Milano? Qual partito abbraccierebbe il vicerè? Con qual occhio riguarderebbero le potenze alleate gli eventi del 20 d'aprile?


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Studi intorno alla storia della Lombardia negli ultimi trent'anni e delle cagioni del difetto d'energia dei lombardi
di Cristina di Belgioioso
1847 pagine 218

   





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