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      L'esempio dato da quel drappello fu tosto imitato dall'altre schiere armate: la resistenza militare diventò di repente più grave ed acre, e gli assembramenti popolari si disciolsero.
      Ma non appena dileguaronsi i timori cagionati dalla perseveranza del tumultuar della plebe, che gli autori o promotori dei fatti del 17 e del 20 d'aprile, si riposero all'opera e mossero con passo sicuro verso lo stabilimento d'un novello ordine di cose. Il Consiglio comunale avea convocato i collegi elettorali, i quali, instituiti da prima unicamente per proporre al governo i candidati a certe cariche determinate, si trovarono trasformati subitamente in depositari della sovrana potestà. Assembratisi il giorno 22, benchè in numero insufficiente, confermarono la novella provvisionale Reggenza, riserbandovisi di aggiugnervi altri membri appartenenti ai dipartimenti non ancora invasi dalle truppe alleate. E non solo confermarono nel comando di tutte le forze dello Stato il generale Pino, ma disciolsero tutti i pubblici ufficiali lombardi, sia civili che militari, dal giuramento di fedeltà inverso al governo del vicerè, loro ingiungendo di prestare alla reggenza un altro giuramento giusta la formola da essa già compilata. La deputazione mandata a Parigi dal senato fu dichiarata, da questi effimeri despoti, richiamata da ogni ufficio, e, quel che più montava, l'istesso senato fu dichiarato abolito. I captivi per reati d'opinione, di coscrizione, di frodo delle tasse furono liberati, e si bandì l'amnistia pei disertori, pei contumaci o refrattari ed altri.


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Studi intorno alla storia della Lombardia negli ultimi trent'anni e delle cagioni del difetto d'energia dei lombardi
di Cristina di Belgioioso
1847 pagine 218

   





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