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      Le ragioni allegate dal Lecchi per ischermirsi dall'onore di dare il primo e pių tremendo colpo agli Austriaci, furono poi anche poste innanzi alla vôlta loro dagli altri congiurati. Non potendo invero tentarsi una mossa militare di tanto rilievo senza un capo ben noto, si riconobbe con dolore doversi per allora deporre il pensiero e le speranze. Separaronsi i generali con gli occhi lagrimosi e il cuore angosciato, non osando nemmeno proporsi di differire la cosa ad altra occasione, che non erano sicuri di saper afferrare.
      Progetti sė presto abbandonati, macchinazioni rimaste affatto ineseguite impacciavano il maresciallo Bellegarde. Il pericolo era passato, e per impedirne il ritorno, il 18 novembre fu dato ai capi dei reggimenti italiani l'ordine di recarsi in Alemagna, ed eseguito il 21. Ma la brama austriaca di vendetta non era appagata, e sė dovea venir fatta paga; ed ecco il come il maresciallo Bellegarde avvisossi di conseguire l'intento:
      Savoiardo di nascita, il Bellegarde aveva ancora in patria dei congiunti poveri e oscuri, i quali, chiusi nelle cupe valli dell'Alpi, s'affidavano nel cugino per trovar mezzo di uscirne. Uno di questi congiunti era noto al maresciallo per la sua valenzia nell'arte degl'intrighi e della menzogna, e a lui si volse egli per tendere ai liberali italiani un agguato. Partė costui dietro la chiamata del cugino da Ciamberė nella diligenza per a Milano; ma non appena fu lungi dai luoghi in cui era troppo conosciuto, spacciossi per vegnente da Parigi, e assunse il nome di visconte di Saint-Aignan, dicendo di appartenere alla nobile famiglia di tal nome, la quale nel servire all'imperatore avea tenuto di servire alla Francia, e di buon grado erasi allora rappattumata coi discendenti degli antichi suoi re.


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Studi intorno alla storia della Lombardia negli ultimi trent'anni e delle cagioni del difetto d'energia dei lombardi
di Cristina di Belgioioso
1847 pagine 218

   





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