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      Avevano i signori Lattuada, Rasori e Gasparinetti deposto sul tavolino le carte che arrecavano e ch'erano state dall'impostore bene adocchiate. Non appena le ebbe egli prese in mano e cominciatane la lettura, che l'aia della figliuola del Rasori entrò a furia nella sala e avvertì il padrone che la strada era piena di gente, e la casa accerchiata da agenti della polizia e soldati. A questa notizia, il visconte è côlto da un nuovo accesso di furore; biastemmia, si frega il fronte colle mani, si dimena proferendo parole interrotte; e approfittando dello stupore che a bella posta destava nelle sue vittime, s'avventa anzi tutto sopra la sua pistola, poi sopra la minuta di costituzione, il bando e il manifesto, e gridando voler andare a rompere il cranio a quegli sfacciati bricconi,
      non li temer punto, ec., balza fuori rapidamente dalla sala e dalla casa, lasciando i signori Rasori, Lattuada, Gasparinetti e Marchal più inquieti di quella gran furia e delle conseguenze che aver potea per chi vi si era dato in preda, che non pensosi di sè stessi.
      Ov'erasene egli andato l'impostore? Chi lo avesse seguito, avrebbelo visto sguizzare in mezzo agli agenti della polizia, parlare a bassa voce coi principali di loro, ricevere graziosamente le loro congratulazioni, e poi trottare sollecito alla casa del suo congiunto il maresciallo Bellegarde, per annunziargli l'esito felice della sua frode. Volendo finir presto di parlar di costui, licenzierommi a romper l'ordine cronologico per riferire quanto gli accadde molt'anni di poi.


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Studi intorno alla storia della Lombardia negli ultimi trent'anni e delle cagioni del difetto d'energia dei lombardi
di Cristina di Belgioioso
1847 pagine 218

   





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