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      Per proporre scopertamente l'assassinio, anche politico, vi vuole un capitale d'impudenza che dalla educazione viene riprovato e distrutto. Ond'è ch'io credo che quei due non osassero dire che volevano toglier la vita ai partigiani del governo franco-italico; ma dicessero all'incontro di non volere far altro che incuter loro timore, onde far loro passare la voglia di ribellarsi e strignerli fors'anche ad abbandonare la patria. Suppongo anzi che le vere loro intenzioni non fossero diverse da quanto io credo che dicessero. Checchè di ciò ne sia, il governo, più timoroso che pago d'un siffatto appoggio, memore altresì di quanto era accaduto il 20 marzo 1814 e di quanto erasi forte temuto di veder accadere nel giorno appresso, e schivo al postutto dall'ammettere qualunque cooperazione popolare, ributtò le pericolose proposte. Io dubito anzi, che la forsennata devozione di quei due abbiagli mai inspirata una piena fiducia. Ad ogni modo Milano fu quella volta preservato, mercè la prudenza austriaca, dalle sciagure che apparecchiavanle i Milanesi devoti di Casa d'Austria.
      La guerra che poco stette a prorompere pose il governo austriaco nella trista necessità d'imporre un accatto forzoso sopra i trafficanti della Lombardia. E sebbene fosse di poco rilievo la somma accattata, e favorevoli pei creditori i patti a cui astrignevasi il governo, quell'accatto forte dispiacque all'intiera popolazione, la quale però non fecevi contrasto veruno. Intendendosi nella seconda parte di questo scritto a mostrare il come abbia il governo austriaco potuto annichilire lo spirito pubblico e traviare il giudizio dei Lombardi, non sarà inopportuno il riportare qui il bando promulgato intorno alle cose di Napoli il giorno 5 aprile del 1815 dal maresciallo Bellegarde.


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Studi intorno alla storia della Lombardia negli ultimi trent'anni e delle cagioni del difetto d'energia dei lombardi
di Cristina di Belgioioso
1847 pagine 218

   





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