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      Se non che potrebbero imaginarsi che allora le cose procederebbero meglio ordinate, perchè i Lombardi avrebbero a poco a poco deposta la sconsigliata speranza di esistere di per sè, sdimenticate le assurde pretensioni covate dal 1796 fino al 1814, cessato in fine di sentirsi e di chiamarsi Italiani, per diventare Austriaci; il che farebbe veramente il regno di Dio sulla terra.
      Non mi sia data taccia di esageratore nè di inventore. Tale, sì, tale era il senso, ed anche non bene dissimulato, di tutti i bandi austriaci, di tutti i discorsi fatti dagli Austriaci e dai loro fautori. E se pure oggidì taluno si pigliasse lo spasso di leggere con tuono serio e con cera d'uomo convinto quel tanto ch'io dico, ad un magistrato austriaco, io sono certo che questi, dolcemente commosso, gli stringerebbe la mano, esclamando che così egli pure la pensa. Or chi dovrà mai meravigliare che pensieri di rivolta covassero sempre nei cuori dei Lombardi?
      L'Italia condividea altronde tutta quanta cosiffatti pensieri; perocchè tutti gli Stati della Penisola erano ricaduti sotto il reggimento della potestà assoluta, da cui divezzati gli aveano i princìpi democratici diffusisi in conseguenza della rivoluzione di Francia. Una società propagatasi l'anno 1779 dalla Svizzera e dalla Germania in Italia, promossa nell'anno 1811 dal re Murat ed arruolata sotto il vessillo francese contro la fazione dei Sanfedisti, parlo della società dei Carbonari, adoperava nell'anno 1820 ad apparecchiare in tutta Italia una generale sollevazione.


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Studi intorno alla storia della Lombardia negli ultimi trent'anni e delle cagioni del difetto d'energia dei lombardi
di Cristina di Belgioioso
1847 pagine 218

   





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