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      E così pure niuno ignora l'affanno di quel carceriere che non volea lasciar mozzare al Maroncelli la gamba cancrenata, dicendo: "Io ho ricevuto un prigioniero con due gambe; ora che dirà mai il mio capo se glielo rendo con una gamba di meno?"
      Intanto che queste cose avvenivano nelle carceri dello Spielberg, i congiunti dei prigionieri riceveano, due volte all'anno, un polizzino sottoscritto dal governatore della fortezza contenente queste parole: "Il signor (e qui il nome del prigioniero) gode buona salute"; oppure: "è ammalato". I passi fatti da questi congiunti a pro dei prigionieri avevano un esito diverso a seconda dei casi. Agli uni si rispondea che S. M. non avrebbe indugiato gran fatto a perdonare ogni cosa; agli altri, per lo contrario, che S. M. era stata pur troppo misericordiosa per l'addietro, ed era ormai risoluta di non più usare clemenza. L'imperatore non si tenne dal venire a Milano nel 1825, ove fu assediato dalle suppliche delle famiglie involte nel lutto. Il padre di Gaetano Castillia, vecchio venerabile, e pur costante nella sua devozione inverso all'Austria, presentossi all'imperatore, il quale dissegli con affabilità: "Tranquillatevi, mio caro Castillia; io ben vi conosco per un servitore fedele, e ben presto farò per voi ciò che tanto bramate". Andossene il vecchio, commosso, soddisfatto e quasi riconoscente; ma più anni trascorsero senza che si vedesse alcun frutto delle promesse dell'imperatore. Giunse alla fine uno dei soliti polizzini semestrali alla casa Castillia, con triste nuove dello stato di salute del prigioniero; e ciò bastò per far ammalare gravemente il vecchio genitore.


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Studi intorno alla storia della Lombardia negli ultimi trent'anni e delle cagioni del difetto d'energia dei lombardi
di Cristina di Belgioioso
1847 pagine 218

   





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