Pagina (10/59)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Un terremoto laterale somiglierà a quel tremore, dal grande al piccolo, che si prova anche da lontano, quando un pesante carro scorre velocemente sopra una strada selciata ed ineguale: il suono che in quella occasione si sente, può derivare direttamente dall'aria atmosferica, e dal sottoposto suolo anch'esso posto in oscillazione sonora; e l'uno e l'altro posson produrre quel tremito che ai corpi solidi delle nostre abitazioni si comunica; come è valevole a produrlo anche la sola oscillazione dell'aria del tuono. Il celebre chimico-farmacista toscano il Cestoni, opinava già che i terremoti non fossero altro che tremori nell'aria (Opuscoli scelti di Milano, T. X, anno 1787, p. 330); ma oltre che non si scorge nell'atmosfera la causa di questo fenomeno, se così veramente fosse, dovrebbe il tremito dell'aria comunicarsi e colpire a preferenza i corpi più esposti, e di superficie più ampia e più fragile come sono i vetri delle finestre, che bene spesso allo sparo delle artiglierie si spezzano; mentre che questi nei terremoti meno gagliardi poco o nulla soffrono, ma cadono le torricelle dei cammini, e le men salde muraglie. D'altronde è costante ed universale convinzione che quel suono e quel fremito derivi dalle viscere della terra. Diffatti il moto si comunica più presto, e meno perde di sua intensità comunicato per mezzo di corpi solidi com'è la terra, che non per fluidi aeriformi com'è l'atmosfera: e stando alle relazioni più esatte si è veduto anche recentemente con quale rapidità e forza si è risentita la medesima scossa in paesi distanti le cento e più miglia, tenuto calcolo delle diverse longitudini dei luoghi, e supposto, come pare molto probabile, che il fuoco locale del terremoto fosse molto circoscritto.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Del terremoto del Cholera e dell'aria cattiva
di Angelo Bellani
1832 pagine 59

   





Cestoni Opuscoli Milano