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      Le osservazioni poi portate direttamente sopra le arie viziate per conto della respirabilità provano anch'esse chiaramente, che poco o nulla han di comune contesta respirabilità, e la salubrità propriamente detta, siccome diverse sono le affezioni onde si manifestano ne' corpi nostri. L'aria resa men respirabile o priva all'istante di vita l'animale, o lo getta in convulsioni, o lo affanna tostochè vi è immerso; ma se questi ha la sorte di scamparne col respirar aria novella, col ristabilirsi il meccanismo de' polmoni, presto si rimette in vigore e sanità: nè sappiamo finora che alcuna malattia si tiri dietro il mal sofferto da quest'aria micidiale, molto meno sapremmo assegnarla. Io ho più volte respirata per alcuni minuti, e replicatamente l'aria d'un pistone, fino a sentirne grandissimo affanno. Ella pure l'avrà più volte fatto; e ultimamente, come mi dice, non dimorò per qualche tempo nell'aria corrotta dall'ardervi carboni? Pur voglio sperare, che andremo esenti da quelle febbri, che conosciamo generarsi tuttodì dall'arie cattive, e ch'io voglio chiamare morbose ad esclusione dell'altre alla respirazione infeste. Ma s'io o voi, caro Don Marsilio, ci trovassimo mai a dover soggiornare tralle paludi, sebben respirassimo senza affanno, dippiù col vostro eudiometro in mano, che di quell'aria non giudicasse sì male, come di quella del teatro, ci terremmo noi sicuri di non aver alle spalle una terzana, od una quartana insolente? Ed ecco come di quest'arie morbose presagiamo veramente malattie, e tanto le conosciam prodotte da quelle, che ne assegniamo fino la qualità.


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Del terremoto del Cholera e dell'aria cattiva
di Angelo Bellani
1832 pagine 59

   





Don Marsilio