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      Tarderò a ciò eseguire sino a che conoscerò di soffrirci alquanto. Sinora tanto me la passo. In caso contrario verso la metà di agosto me ne vado. Altronde questa cara metropoli, ad eccezzione di alcune bellissime cose che presenta è una gran noiosa città. Orgoglio, diffidenza, apparente cortesia, avarizia, curiosità, ignoranza, lusso, vigliaccheria, disprezzo, ecco il fondo morale di questa metropoli. La virtù dominante è per verità la sobrietà, ma figlia del lusso e dell'avarizia diviene spregevole quanto i suoi genitori. Mi piace però assai di avere veduto da vicino tutte le meraviglie di quest'Atene novella. Roma non deve arrossire per la sua rivalità. - Ma parliamo di quel che preme. Le tue notizie intorno al nostro figlio mi hanno fatto versare qualche lagrima di contentezza. Ti giuro che ardo di desiderio di rivederlo e di coprirlo di baci. Vivo persuaso che tu stessa all'udire di lui tante belle particolarità, sentirai diminuire il peso de' presenti incomodi da lui a te cagionati, e scorderai affatto i passati. Una cosa sola non comprendo: cioè come da noi due sia potuto uscire un gigante. Quel Votrontò è un vero capodopera; e diglielo da parte mia. Ho avuto una lettera del caro Pippo. Per non fargli spendere questi baiocchi gli risponderò nella presente, perché spero che lo vedrai.
      Il mio soprabitino da estate malgrado i riguardi da me continuamente usatigli onde volesse reggere anche per un'altra stagione intera, pure non l'ha voluta fare e nelle asole e nei paramani e nel bavero ed in qualche altro luogo va mostrando la sua stanchezza di viver più oltre. Però me ne sono comperato un altro di camellotto color pisellino chiaro con bottoni grandi inargentati, con mostre di seta davanti sino da piedi né tanto strettine, e ben fattino assai. Ho comperato ancora un altro gilé da estate egualmente bell'e fatto, perché assolutamente de' corpetti estivi mi trovava un po' scarso.


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Le lettere
di Giuseppe Gioachino Belli
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