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      Ciro è il più bello di tutta la sua camerata. Avvicinatosi ai suoi futuri compagni (fra i quali sono Grazioli, Sartori e Bartolucci) tutti gli si andavano mettendo accanto per vedere se era più alto o più basso di loro, e poi tutti pregavano il Presidente che lo facesse restare a pranzo con loro. - Appena Ciro sarà in Collegio, noi andremo per due giorni al casino di Biscontini e poi tornati a Perugia vi passeremo altri due o tre giorni per visitarlo: quindi partiremo per Terni. - Addio, Mariuccia mia: Domenico e Antonia ti riveriscono: Ciro ti bacia la mano e ti chiede la benedizione, ed io ti abbraccio di cuoreil tuo P.
     
      LETTERA 152.
      A MARIA CONTI BELLI - ROMADi Perugia, 30 ottobre 1832 - martedì
      Cara Mammà mia, io sto bene e contento, e vi chiedo la benedizione, baciandovi la mano con rispetto ed affezione.
      CIRO VOSTRO.
      Mia cara Mariuccia
      Hai ragione veramente di lagnarti che nella lettera che ti diressi il 25 non vi fu nulla di carattere di Ciro, come altresì nulla vi avrai trovato nell'altra del 27, ma sappi che dette due lettere per varie circostanze furono da me scritte e chiuse in somma fretta. Eccoti nella presente due righe di questo caro figlio scritte da lui questa mattina nella camera del Presidente Colizzi. Ieri, come nella mia precedente ti avvisai, seguì il suo ingresso in Collegio. Alle 9 lo mandai con Antonia e Domenico per udire a quale ora si poteva tornare con lui e con la canestra del corredo, onde fare la consegna così di esso come della roba: egli corse sempre avanti sino alla porta del Collegio, ed arrivato dentro non volle più tornare indietro, di modo che Antonia e Domerico ve lo lasciarono e tornarono soli, maravigliati dell'allegria e franchezza da lui mostrata nel prendere subito possesso del suo nuovo domicilio. Dopo le 10 vi tornammo tutti insieme col bagaglio, e trovammo Ciro cogli altri ragazzi della sua camerata in un salone, che è la platea del teatro, dove faceva il capo-popolo giuocando a palla, e dirigendo e vincendo tutti in quell'esercizio.


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Le lettere
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 963

   





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