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      Tutti gli amici che tu hai nominati, e così ciascun individuo della nostra affezionata famiglia ti ripeton cordialmente i loro saluti. Solamente, ti ripeto, il Sig. Toceo noi non lo vediamo, ed io non so neppure se sia in Roma. E di tanto ciò basti.
      Io ti abbraccio, mio caro figlio e t'incarico de' mie rispetti a' tuoi Sig.ri Superiori. Benedicendoti finalmente mi ripetotuo affez.mo Padre
     
      LETTERA 160.
      A CIRO BELLI - PERUGIADi Roma, 21 maggio 1833
      Mio carissimo figlioOgni tua lettera è una nuova consolazione per la tua buona Mammà e per me. L'udirti sano e studioso ci rallegra in modo che non saprei facilmente spiegartelo. Segui, Ciro mio, segui con coraggio ad applicarti agli studii i quali, se ti daranno alcuna fatica, ti diverranno essi medesimi il più dolce premio degli ostacoli che avrai superati colla perseveranza; perché lo sviluppo progressivo che succede nelle facoltà intellettuali a misura del loro esercizio, va a poco a poco tant'oltre, che giunge finalmente ad innamorarci del nostro dovere. Allorché le tue idee si andranno ordinando, allorché il tuo spirito verrà culto, quando col bel corredo di scienza che ti si prepara conoscerai cosa è il Mondo, cosa è l'uomo, e qual'è il nobile destino di questo, ringrazierai ben di cuore la Provvidenza che si compiacque riporti nel numero di coloro ai quali le Maraviglie di Dio non sono nascoste dall'infelice ignoranza. E qui figurati, o figlio mio, la gioia che io proverei, se trovandomi, come io spero, al tuo saggio di settembre, ti vedessi onorato di un premio disputato nobilmente agli altri cari giovinetti che ti accompagano nella tua carriera. Sarebbe quello ai miei occhi quasi un mio stesso trionfo, poiché nulla di bene o di male può a te mai arrivare, che io non io consideri come cosa mia propria.
      Forse il Sig. Presidente ti avrà detto che io meditava di farti un dono lavorato colle stesse mie mani.


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Le lettere
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 963

   





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