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      A dargli retta, come forse vorrei, bisognerebbe aprire un buco sino al nucleo della terra, e seppellirla laggiù, acciò il mondo non restasse impestàt, per dirla alla vicariana, cioè secondo Monsieur Vicar. È vero che il Torricelli conchiude le sue osservazioni esser quelle di un trecentista, ma buggiararlo quel beato Trecento come la sona! Or tu mo stampala, ardila, nettatici, dàlla a salumaio, falla portare dal fiume: ti do carta bianca.
      Di Ciro fatti dare notizie da Mariuccia, la quale sino al giorno corrente ha sempre avuto da me il regolar gazzettino intorno alla vita ed ai fatti di questo caro raponzolo, e direi meglio raperonzo per amor del Trecento. Il tuo bacio glielo darò giovedì, press'a poco all'ora in cui tu riceverai la presente.
      Qui non sono niente e poi niente rigidi in fatto di censura di stampe: anzi si stampa tutto senza che questi buoni Revisori vi mutino un ette. Ciò ti farà piacere. Lascia però ch'io ti dia il contropelo. Tutto deve mandarsi alla Censura romana, meno (per grazia) gli articoli del giornale, che da rami divengono bacchette, e meno gli avvisi di nuove tinte per le scarpe, osterie da aprirsi e tridui da celebrarsi. Protesto altamente contro la taccia del miscere sacra profanis: ma quando la cosa è così, e bisogna dirla tutta in un tempo, va a fare altrimenti.
      Come va che Biagini mi dimanda se mi ricordo del cerotto che mi commettesti? Non l'ha già avuto e pagato?
      E tu che fai? Scrivi? Leggi? Mangi? hai le tue regolari deiezioni? Aprimi il cuore. Veramente il cuore accanto alle deiezioni non te lo doveva metterci, ma ripeterò, quando bisogna dir tutto in un fiato, va a fare altrimenti!
      Qui una comica Compagnia Ciarli-Brenci etc. etc. dopo avere gridato cinquanta sere, passò a gridare a Spoleto, dove il pover'uomo del prim'uomo (Brenci) morì una bella sera sul campo della gloria.


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Le lettere
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 963

   





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