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      In questo modo egli fa mostra di peggiorare piuttosto che migliorare
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      Tu sai, Ciro mio (riprendo qui io tuo Papà) che molte volte ti ho a Perugia rimproverato della tua indifferenza e negligenza nel dimandare nuove della tua tenera Madre, la quale non sarebbe mai stata fra noi nominata se non te ne avessi parlato sempre io pel primo. Comprendo che circa le lettere che tu scrivi te ne vien data la minuta bell'e fatta, ma chi stende la minuta non è obligato di conoscere tutti gl'impegni del tuo cuore verso le persone alle quali tu devi mostrare riconoscenza. Devi tu stesso pregarlo ad includerci le debite menzioni. Riguardo al carattere, badaci un poco di più, caro figlio, e non mostrar di disimparare. Riverisci per me i Sig.ri tuoi Superiori, e credimi sempretuo aff.mo Padre.
     
      LETTERA 180.
      A CIRO BELLI - ROMADi Roma, 30 novembre 1833
      Mio caro figlioRiscontro la tua graditissima lettera del 19 spirante, e ti faccio stimolo con la presente a scrivermene un'altra quanto prima, onde istruire la tua Mammà e me stesso del tuo stato di salute e di tutto il resto che ti concerne. Io già sapeva, sin dal mio partir da Perugia, che i tuoi studii pel nuovo anno scolastico dovevano essere l'aritmetica e la lingua latina: mi ricordo anzi che circa a quest'ultima tu mi dicesti essertene già tanto anticipato qualche principio dal tuo buon Maestro Sig. Felicioni. Mi piacerà oggi di udire come ti sembri riuscirti difficile questo dotto idioma. Io però tengo per fermo che le notizie che tu già possiedi di grammatica in genere, sienti per facilitare d'assai i progressi in una lingua così necessaria a chi nel Mondo vuol sapere. Ed è tanta, Ciro mio, la necessità del conoscere la lingua latina, che non solo la ignoranza di essa ci priva della conoscenza di tanti capi-d'opera originali, ma ci niega altresì il possedere a perfezione la stessa nostra lingua nativa, che, figlia della latina, prende da quella il più bel lustro delle sue forme.


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Le lettere
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 963

   





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