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      Pochi sapranno p.e. disegnarti una foglia, eppure molti diranno con ragione: quell'albero non me lo presenterebbe la natura quale io qui lo veggo dipinto. Nel nostro caso concreto, oltre la tua ossequiosa prevenzione in favore del Muzzi, un principio di trasporto verso chiunque accarezzi le tue predilezioni, può in te confondere gli atti del cuore con quelli della mente, ed alterare i termini dell'equazione ne' calcoli della tua stima; cosicché se al Muzzi e alla sua epigrafe si volesse attribuire la formula A+B per esprimere due quantità uguali ad X, tu vi sostituiresti i valori positivi 1+1 = 2 là dove io direi 1 + 1/2 = 1 1/2.
      Nulladimeno il tuo giudizio che fosse di tanto caduto sotto la influenza della passione poté essere di altrettanto rettificato dalla conoscenza dell'arte sulla quale si aggirò, intantoché il mio sentimento nato nell'ignoranza dell'arte può anch'esso ravvicinarsi al vero per la opposta via della mia equanimità relativamente al soggetto donde prende la prima origine il tuo trasporto, cioè l'amore: poiché tutte le cose al mondo, ed anche le astratte, son capaci di quantità, e le qualità contrarie insieme si elidono quando fra loro esiste uguaglianza. Volendo pertanto compromettere in altri le nostre contrarie sentenze, tutta la indagine del nostro giudice dovrebbe, penso, ridursi al sapere se abbiasi a dar più peso nel tuo giudizio all'azione del maggior sapere, o nel mio a quella della miglior tranquillità d'animo. E qui confesso che non mi presenterei al tribunale con soverchio coraggio. Ristringerò quindi col ripetere che la epigrafe non mi pare indegna di lodi la quale a te sembrò bellissima; ma al tempo stesso bramerei, per tuo conforto, che tu t'avessi più ragione di me, e che in quella tenera epigrafe non esistesse difetto.
      Terminata la cicalata, è tempo di venire agli abbracci.


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Le lettere
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 963

   





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