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      Né mai più né meglio conosciamo il prezzo dell'amicizia, che quando vivendo disgraziati ci vediamo attorno persone amorose e bennate, tutte sollecite di attenuarci le pene con cui la provvidenza volle provare la nostra rassegnazione. Io dunque in mezzo a' miei patimenti benedico Iddio che mi vi fece conoscere dapprima, e poi sperimentare così benevolo. È vero, mio caro Neroni, io debbo conservarmi pel mio figlio onde non fare di questo povero innocente un orfano abbandonato. Che sarebbe di lui fra tanta corruttela? Chi lo guiderebbe, chi lo salverebbe dalle infinite insidie e dagli errori innumerevoli dove vanno a inciampare talora anche gli avvisati e gli accorti? Io dunque ho l'obbligo di mantenere la mia esistenza per la sua felicità. Penerò, veglierò, mi travaglierò, e quando poi avrò di questa povera pianticella formato un albero saldo abbastanza contro le tempeste del secolo, dirò allora a Dio: è compiuta la mia missione: nunc dimittis servum tuum, domine. Voi siete già sciolto da un tanto dovere; ma ora i vostri figliuoli impegneranno la giustizia eterna a concedervi la retribuzione che vi siete meritata, e così vivrete lunghi anni nel premio maggiore che possa sperare la virtù paterna: quello di vedere il suo sangue senza macchia al cospetto degli uomini.
      Troverete qui unita la procura che la vostra bontà mi ha concesso inviare al vostro nome per la trimestrale esigenza, e di cui vi tenni proposito nella mia antecedente, in codesta Amministraz. dei Beni ecclesiastici di Fermo. Mi pare certo avervi avvisato essere giacente un trimestre inesatto, cioè quello di luglio, agosto e settembre prossimi passati. Alla fine del venturo dicembre scadrà il trimestre oggi corrente. Abbiamo sempre usato di esigere trimestralmente e non mensilmente onde diminuire la noia de' troppi minuti e frequenti dettagli.


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Le lettere
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 963

   





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