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      Sino a tutto giugno sonosi percetti per cadaun trimestre Sc. 14:59 1/2; ma in seguito può esser più, può esser meno secondo l'entità dell'onorario del debitore e i sequestri de' di lui creditori, benché su questo ultimo proposito l'ultima causa sostenuta dalla fu mia moglie contro alcuni coaspiranti al riparto dovrebbe lasciare invariabile il riparto attuale. Ad ogni modo Voi prenderete quello che vi daranno, compiacendomi in qualunque caso di accennarmi i motivi addottisi per dichiarazione de' cambiamenti che s'operassero.
      Circa alla trasmissione delle somme mediante il proporzionato concambio che avete in mira sulle percezzioni in Roma di vostro fratello, ne sarei contentissimo. Sul di lui mutamento di stato, che io ignoravo, la penso appuntino come Voi, e credo che quello che in ciò gli è accaduto di meglio sia la erudita, dotta, elegante, disinvolta e giudiziosa epistola che gli avete indirizzata per festeggiare le sue gioie colle glorie della vostra patria comune. Bella mente sana che avete! Invidio la chiarezza e semplicità de' vostri argomenti sì liberi dagli arzigogoli stiracchiati di tanti archeologi e storiografi che si lambiccano il cervelluzzo per accomodar colori a un disegno che non vorrebbe riceverli. Voi avete condotto le vostre assennate ricerche sin dove l'ipotesi confina e si confonde colla verità. Eccovi il mio schietto giudizio. Se ho errato mi piace aver errato con voi.
      Sin qui voi sapete la metà sola de' miei mali, ed è quella che soglio narrare a tutte le gentili persone. Oggi ne confido l'altra metà alla delicatezza dell'amico. Voi ne stupirete. La mia buona moglie, per troppa fiducia e generosità di condotta, ha lasciato al figlio un patrimonio assai offeso. Quanti anni di pene mi bisogneranno per formare al mio Ciro uno stato! Ed anche chi sa!... - Io dunque cerco ogni via per sollevarlo, faticando, dal mio peso personale.


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Le lettere
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 963

   





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