Pagina (506/963)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Già conoscevo per fama il Ferrari e la sua sublime opera. Pare che adesso la natura si faccia giuoco dei prodigii e si compiaccia nel confondere le regole del suo consueto procedere. A 25 anni esser così maturi e di senno e di conoscenza di fatti! Sino ai 14 l'uomo suole esser pochissimo per se stesso, un punto matematico rispetto al mondo e alla società. E in undici anni saltare in groppa ai profondi filosofi sessagenarii! Leggerò avidamente quell'opera, ma la mia mente non è quella di Vico, né di Ferrari, né di Ferretti, né di Dandolo o Fava. Io ho uno spirito di corta portata e solo capace del pensiero fuggitivo. Lì vedo che, se avessi pace e ozio, potrei forse cavarmi fuori dagli ultimi. Alle vaste concezioni la mia vista intellettuale si perde: non le abbraccio.
      Non so come Orsola viva ancora nella persuasione di vedere oggi Tilde. Dice Balestra averle sino dal 2 scritto il contrario. Tilde sta benissimo, ma verrà fuori col padre quando il padre potrà tornare in Albano: crederei a settimana inoltrata, cioè verso i dieci o in quel torno. Ciò mi pare dover conchiudere presso quanto ascolto qui in casa. Salutamela la buona Orsola, e così le eccellenti tue donne. E abbracciami Gigio. Di' mille cose ai dotti due veneti, ed ai dottori Bassanelli e Carbonarzi. Il pericolo di questi ultimi mi fa paura.
      Tralascio di scrivere perché vado in sudore di debolezza.
      Sono il tuo Belli.
     
      LETTERA 338.
      A GIACOMO FERRETTI - ALBANODi Roma, martedì 7 agosto 1838 (ore 7 antimeridiane)
      Giorno di S. Gaetano padre della provvidenza. Utinam!
     
      A due lettere rispondo, mio caro Ferretti, a quella cioè che mi scrivesti la sera del 5 e all'altra inviatami jeri avuta da me jeri sera ad ora inoltrata.
      Sono dunque spianate le Mazio-Balestrarie ossieno Orsolangiolesche difficoltà, e dissipati i dubbii sul viaggio paterfiliale.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le lettere
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 963

   





Ferrari Vico Ferrari Ferretti Dandolo Fava Orsola Tilde Balestra Albano Orsola Gigio Bassanelli Carbonarzi Belli Roma S. Gaetano Ferretti Mazio-Balestrarie Orsolangiolesche Tilde