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      Ignoro cosa sarà accaduto nel secondo battibuglio tiberino di iersera. Que' bravi signori, costituiti in assemblea costituente e in corpo legislativo, fabbricheranno un codice di capocciate. Il genere della discussione, il metodo dell'arringare, le declamazioni coristiche che adottano e seguono, non possono menare che a mutare in piaga una scalfittura. Io non ci andai perché la sera sto meglio a casa, e perché il petto mi consiglia al silenzio. Debbono essere stati proposti il Conte Dandolo e il Dott. Fava. E, se proposti, ammessi di certo tota plaudente civitate.
      Dunque Cristina meglio? oh evviva!
      E non ci resta neppure la carta pei saluti hinc inde.
      Sottintendili.
      Sono il tuo Belli.
     
      LETTERA 339.
      A CIRO BELLI - PERUGIADi Roma, 7 agosto 1838.
      Due righe per accusarti il ricevimento della tua 27 luglio e per dirti insieme che alla metà del mese io spero di partire. Voglio trovarmi a Perugia all'epoca de' saggi. Allora riceverai dalle mie stesse mani un altro esemplare della stampa che facesti benissimo a dare al Signor Rettore invece di quella che gli prese quel tal Signore di Napoli.
      Tu mi chiedi della mia salute. Non va troppo bene, Ciro mio. Godo però di un bel risarcimento nell'udire che tu vivi sano. Bella età è la tua, caro figlio. Mantenendo in tutto un savio regime non può non conservarsi a' tuoi anni ciò che la natura ci abbia dato di buono in una felice complessione.
      Avrai la presente dalla obbligantissima Signora Cangenna che ha la bontà di ricevermi in sua casa nella breve mia dimora a Perugia.
      Ricevi i saluti di tutti i soliti, e porgi i miei ossequi a' tuoi Sig.ri Superiori.
      Ti abbraccia e benedice di cuore il tuo aff.mo padre.
     
      LETTERA 340.
      A GIACOMO FERRETTI - ALBANODi Roma, mercoledì 8 agosto 1838
      (ore 2 pomeridiane)
     
      Ti rilancio la presente ad Albano a carica di balestra e in questo foglio ti avrai, mio buon Giacomo, evasione a due tue lettere, una del 6 ed una del 7. Quella mi è giunta oggi unitamente a due pacchi libri per mezzo del Sig.


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Le lettere
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 963

   





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