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      Vi avrei colla stampa risparmiati un po' gli occhi.
     
      LETTERA 358.
      A GIUSEPPE NERONI CANCELLI - S. BENEDETTO[14 marzo 1839]
      Mio sempre carissimo amicoColl'ordine tratto il 2 corrente dal vostro fratello Sig. Conte Filippo sopra questo Sig. Paolino Alibrandi, e da voi speditomi nella vostra del 4, giuntami non prima dell'11, io ho esatto la somma di Sc. quattordici e baiocchi cinquanta procedente dagli Sc. 14:59 1/2 saldo dell'ultimo trimestre del prossimo passato anno sulla mensile ritenzione a carico del Sig. Marchese Antonio Trevisani che voi vi compiacete di esigere per me; e i detti Sc. 14:50 (depurati dal bollo per la quietanza solita a rilasciarsi costì, meno qualche inconcludente frazione di cui non occorre parlare) il Signor Alibrandi me gli ha pagati benché non avesse per ora fondi del Sig. Conte Filippo.
      Come m'affigge, mio caro e buono amico, l'udirvi sempre incomodato co' vostri dolori reumatici! Tanto più vi compatisco in quanto so anch'io per prova ciò che si soffre per questo male aspro, pigro, e affliggente lo spirito ugualmente che il corpo. Dal principio dell'anno sino ad oggi, sono già stato tre volte infermo di reuma, e obbligato a giacere in letto parecchi giorni per volta. Il resto del tempo, ossiano gl'intervalli fra l'una e l'altra malattia, mi scorre pure assai tristo perché un continuo e non lieve dolor di testa mi tormenta e si oppone al libero esercizio delle mie facoltà mentali e della mia persona in servigio de' poveri affari del mio caro figlio. Pazienza: Iddio mi vuol mortificare nella parte più delicata e sensitiva.
      Per farvi passare un momento di più con me avrei voluto trascrivervi qualche cosa che nell'anno scorso dissi in Tiberina, ma vi assicuro che lo scrivere m'offende assai la testa, perché l'applicazione di qualunque genere, e più quella degli occhi, esacerba la mia emicrania.


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Le lettere
di Giuseppe Gioachino Belli
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