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      Il secondo debbo io darlo a qualcuno? Debbo darlo a Ferretti? A...
      Avete voi mai vedute, Amalia, le belle sale della romana accademia filarmonica? Mi pare di sì, e credo vi ci conducesse un Angiolo; benché fosse stato anche un demonio, il paradiso ve lo formavate da voi. Ebbene l'accademia tiberina vi ha trasferita la sua residenza; e la sera del lunedì 8 vi si tenne la prima adunanza con prosa di Ferretti sulla vita e le opere di Francesco Avelloni. Verso la metà dell'Accademia io declamai una elegia della Taddei sullo stesso argomento della prosa, e infine chiusi il trattenimento leggendo 84 miei versi rimasti, divisi in 6 gruppetti di 14 versi l'uno, intitolati: Il campione de' vocaboli - Una parola di lingua - Il purista -Il neologo - I testi di crusca - Lista del centro destro. Ve li trascriverei, ma un foglio di carta non è poi la piazza di S. Petronio.
      Dal mio ritorno fra i tiberini non iscrivo più nel vernacolo popolare. 2000 sonetti pare che bastino e avanzino. E voi, signorina mia, così mi andate voi propagando le mie bosinate? Invece di cacciarle, come direbbe l'Arciconsolo, nel dimenticatoio, le fate ronzare nelle orecchie de' buoni cristiani! Ma avete ragione: son roba vostra; e della roba sua ciascuno può usare a suo genio. Io però protesto contro le conseguenze: e vi cito alla rifazione di danni, spese e interessi. Intanto eccovi il Bartolomeo Bosco. Questo non ha paura di Voi, perché è capace di dimenticarvi fra le mani un indulto per la quaresima. Guai a chi la piglia coi maghi! Fossi mago io, vi farei uno scongiuro. Voi dite che ci rivedremo. Amen; ma intanto gli anni volano e la vita se ne va a spasso. A questo proposito udite:
     
      Vedeste voi questo mantel consunto.
     
      Insomma vi ho scritta un'altra lettera più grande della repubblica di S. Marino. Con simili carteggi si paga la posta a ragion veduta.


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Le lettere
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 963

   





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