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      Io non andai al teatro perché ieri fu giorno di diluvii, che abbassarono la temperatura atmosferica da 23 gradi ad 11. Mi narrano però che il Varese lodatissimo già in tutto ciò che ha cantato finora, non incontri molto nella Elena da Feltre del Mercadante, sia perché la musica è noiosa (come accade quasi sempre alle opere di quel Maestro) sia perché la parte sua non gli si accomodi, sia finalmente perché il Varese accusa una certa indisposizione di salute che lo rende floscio e facile alle stuonature. La Frezzolini ha graziosa voce e bel metodo ma fa a suo danno la memoria della Maray, la qualità della musica mercadantesca e certi soliti capricci dei padri delle virtuose. Si sta ora provando la Beatrice, tavolone di rifugio per tutti i teatrali naufragi.
      Ciro ha letto con me la tua lettera, e ti ringrazia cordialmente delle tue amichevoli espressioni a lui dirette.
      Questa sera crollerò la mano, come m'imponi, al Prof. Mezzanotte. Nel passato ordinario incaricai Biagini di parlar per me in tua famiglia. Oggi comparisco senza procura e sono di te e di tutte le tue Signoredev.mo servitore e amico vero
      G. G. Belli
     
      E la mia testa? Andava un po' meglio, ma i 23 gradi balzati indietro agli 11, non han certo aiutato il di lei progresso nel bene. Sento martellarmi come avessi al fianco Messer Giuseppe Prosperi e suoi consorti. Vuoi tu sapere chi è il Prosperi? Chiedine al N. 17 del nostro Monte della Farina, ovvero a casa del diavolo dove abitano i loro fratelli. Li manderei a Jubal Cain ma esso sta forse in Paradiso e si è là pentito di un'arte che contribuì a crocifiggere il Signore mercè i chiavelli di que' manigoldi del Ghetto.
     
      LETTERA 367.
      A GIACOMO FERRETTI - ALBANODi Perugia, 27 agosto 1839
      Mio caro Ferretti
      So tutto. Ieri gran simposio a casa il Ricci. Prosit; ma non iscrivo per ciò. - Nella tua del 20 alla quale io risposi il 22, tu mi dicesti: ricorda i regali armonico-musicali al ritroso Maestro Tancioni, e prima della mia partenza parmi che mi dicesti (seppure la mia memoria non mi dà nespole per paternostri): Belli, chiedi al Tancioni qualche pezzo vocale sacro, in chiave di tenore.


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Le lettere
di Giuseppe Gioachino Belli
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